La plastica nei mari che uccide i pesci | Non Sprecare

2022-11-07 17:08:22 By : Mr. Jack Huang

Nel 2050 avremo, negli oceani, più plastiche che pesci. Ma già adesso il 30 per cento dei pesci prima di morire, nel Nord Pacifico, ha ingerito plastica.

In questo studio, sono state analizzate ben 1.328 cause di morte di animali marini. I killer dei mari sono di sicuro i sacchetti di plastica che possono provocare blocchi intestinali a balene, delfini e tartarughe.

I pesci di piccola e media taglia invece sono flagellati da reti da pesca, rifiuti plastici e gomma. Quest’ultima è anche la causa di morte di molti uccelli marini.

La plastica è una piaga dei nostri tempi. I residui di scarto si decompongono alla luce del sole scomponendosi in parti più piccole: le micidiali microplastiche. Il problema però è a monte. Infatti, a causa dell’ingente quantità di plastica nei mari, questa diventa un pericolo sotto diversi punti di vista.

La plastica si deposita sui fondali, galleggia, viene ingerita dalla fauna marina, inquina la qualità dell’acqua e minaccia ogni aspetto della vita di cetacei, mammiferi marini, tartarughe e pesci di ogni genere. E non bisogna dimenticare che la plastica raggiunge i nostri piatti.

Cominciamo da vicino. Solo nel Mediterraneo finiscono 730 tonnellate di rifiuti ogni giorno. Il Parlamento Europeo denuncia infatti che il 27% di questi provengano da scarti della pesca e dell’acquacoltura.

Da uno studio pubblicato da Science invece si evince che oltre 5 milioni degli 8,8 milioni di tonnellate di plastica riversate nei mari ogni anno sono prodotti da cinque Paesi dell’Asia:

Con un semplice calcolo si può comprendere come questi 5 stati siano responsabili per il 60% della plastica scaricata negli oceani.

A chiudere la Top Ten, per modo di dire, sono Paesi in via di sviluppo ubicati tra Africa e Asia. Ma non bisogna dimenticare che gli USA sono i maggiori produttori in assoluto di plastica. Nel 2016 ad esempio, per più della metà dei rifiuti raccolti, ha esportato circa 2 milioni di tonnellate di rifiuti plastici a partner commerciali, di cui quasi il 90 per cento non è in grado di smaltirli in maniera adeguata.

Per concludere, la produzione di plastica è in costante aumento, anno dopo anno. E in futuro i dati potrebbero raggiungere livelli critici impensabili. Buona parte della produzione, circa 300 milioni di tonnellate all’anno, non può essere riciclata, vuoi perchè usa-e-getta, materiali plastici particolari o per mancanza di strutture.

Questo si traduce in spazzatura accumulata tra discariche a cielo aperto e dispersione nell’ambiente per mancanza di senso civico. Sono poi gli agenti atmosferici, i fiumi e determinate condizioni ambientali a trasportare nei nostri mari tutti questi residui. La plastica che sta affogando il mondo marino.